“If you can’t measure it, you can’t improve it.” Misurare i risultati è il primo modo per migliorarli, questo vale per ogni aspetto del marketing, online e offline, e quindi anche per la SEO. Spesso si pensa che la validità dell’ottimizzazione di un sito web si misuri solo in un miglior posizionamento nei risultati di ricerca. Più sono le parole chiave per cui si occupa la prima pagina, migliore è la strategia. In parte è così, ma non è solo questo il valore aggiunto della SEO, i benefici che può portare a un brand non possono essere ascritti al solo posizionamento, specie perché ad oggi sono molteplici i fattori che influenzano la SERP, spesso diversa da utente a utente, da dispositivo a dispositivo. Per misurare i risultati della SEO uno degli strumenti più validi è e rimane Google Analytics, vediamo perciò quali sono le 5 azioni da compiere su questo tool per tracciare i risultati raggiunti grazie a una strategia SEO.
Visualizzare il traffico dall’organico
La prima precisazione è che con traffico organico si intende il traffico “naturale” che viene dai risultati di ricerca tradizionali, quindi tutto ciò che non AdWords. La SERP oggi è più complessa, ci sono immagini, news, rich snippet e quant’altro, ma tutto ciò fa comunque parte del macroinsieme del traffico organico.
Spesso i nostri clienti tendono a imputare la perdita di traffico solo e soltanto all’organico, in realtà tramite analytics è possibile scoprire se davvero c’è stato un calo di visibilità nei risultati organici o magari sono altre le fonti di traffico che portano meno utenti. Basta andare in Acquisizione > Panoramica > Organic Search, cliccando su quest’ultima voce si avrà una panoramica più ampia del traffico organico.
Un tempo i dati che si potevano ottenere da questo report erano più ampi, oggi le parole chiave sono per la maggior parte not provided, ma è comunque importante per conoscere altre informazioni come il tempo di permanenza, la frequenza di rimbalzo, il numero di pagine visitate ecc…
La qualità del traffico SEO
Misurare la qualità è sempre controverso, può essere un parametro molto soggettivo, ma nel caso della SEO ci sono alcuni elementi che possono essere misurati e che determinano se davvero la strategia che si sta adottando è valida per il l’azienda. Il report su cui si può fare affidamento è quello delle conversioni indirette (Conversioni > Canalizzazioni multicanale > Conversioni indirette).
La definizione ufficiale di conversione indiretta è “È il numero (e il valore monetario) di vendite e conversioni che il canale ha contribuito a realizzare. Se un canale è presente in tutti i punti del percorso di conversione, tranne nell’interazione finale, viene considerato un fattore di tale conversione. Quanto più elevati sono questi valori, tanto più importante è il contributo indiretto attribuibile al canale.”
Se da questo report emerge che pur essendo costante il traffico, le conversioni in cui l’organico ha avuto un ruolo sono diminuite (o aumentate) significa che la qualità del traffico SEO è scarsa (o elevata).
Assegnare un valore economico alle conversioni SEO
È un trucco che si può utilizzare per far comprendere ai clienti il reale valore del lavoro SEO, per farlo bisogna stabilire un valore economico (in euro) di ogni conversione. I concetti di visibilità, brand awarness, traffico sono spesso poco comprensibili e sottovalutati, un valore economico invece vbiene generalmente compreso da tutti, specie se imprenditori. In questo senso occorre farsi aiutare da AdWords e verificare quanto costerebbe ottenere una visita per una certa keyword grazie a una campagna AdWords.
Dal rapporto Acquisizione > Panoramica > Organic Search si prendono alcune keyword, poi si va nel keyword Planner di AdWords e inseriamo nell’area Visualizza i dati e le tendenze di ricerca le keyword estrapolate da Analytics che ci sembrano più interessanti. Vediamo quindi il report per Idee per parole chiave. Per ogni query verrà dato un prospetto del volume di ricerca e del costo di ogni click sugli annunci per quella keyword.
In un foglio di calcolo elencare tutte le parole chiave che portano traffico al sito web, il numero di click per ogni parola chiave e la stima del costo per clic. Nell’ultima colonna mostrare il risultato della moltiplicazione tra costo stimato e click ottenuti, quello sarà il valore economico del traffico organico per una parola chiave.
Un esempio:
Parola chiave X che secondo il keyword planner costa 5.30€ a click, questa parola chiave ha portato in un mese 12 visite al sito web, ha perciò un valore di 63.60€, ovvero 12×5.30€.
Purtroppo Analytics mostra poche keyword, ma possiamo farci aiutare da Search console che nello strumento per l’analisi delle ricerche è in grado di dare maggiori informazioni circa le query che portano visite al sito.
Identificare le pagine che si caricano lentamente
Pur essendo spesso sottovalutata la velocità di caricamento di una pagina ha una forte influenza sia sull’esperienza utente sia sul posizionamento di una pagina. Conoscere le pagine che hanno un caricamento lento è fondamentale per un SEO e Analytics ci viene in aiuto anche in questo.
Possiamo identificare quali sono le pagine lente e che impatto ha questa lentezza sulle conversioni. Per prima cosa andiamo in Comportamento > Velocità sito > Tempi pagine.
Nel Report impostiamo come dimensione secondaria Mezzo, nella prima colonna scegliamo come metrica Tempo di caricamento medio della pagina (sec) e nell’ultima colonna scegliamo come metrica % di uscita. Applicare quindi il filtro del traffico organico. Il report che otterremo ci mostrerà che più aumenta il tempo di caricamento, maggiore è la percentuale di uscita. Compito del SEO, a questo punto, è comunicare con gli sviluppatori e chiedere loro di abbassare i tempi di caricamento e confrontare, nel tempo, i dati per verificarne l’effettivo miglioramento.
Creare una dashboard personalizzata
Altro grande aiuto di Analytics è la possibilità di creare una dashboard personalizzata che ci mostri un quadro completo dei dati interessanti per la SEO in un solo colpo d’occhio. Basta andare in Dashboard > Nuova dashboard. I widget che possiamo aggiungere sono diversi, in base anche ai dati che ci interessano. Di seguito due esempi, uno per tracciare il traffico organico e l’altro per individuare le keyword migliori, sempre da organico.
Fonte: Kissmetrics